giovedì 25 luglio 2013

Esperimenti con il GPS fai da te

Tutti hanno sentito parlare almeno una volta del sistema GPS, quello cioè alla base dei navigatori che abbiamo in auto. Pochi sanno però come funziona e come è possibile costruirsi dispositivi che realizzino altre funzioni, meno commerciali e più orientate ai nostri hobby. Per questo motivo ho iniziato a fare alcuni esperimenti con lo shield GPS venduto da Adafruit Industries accoppiato con la board Arduino UNO. Il ricevitore GPS incorporato nello Shield ci permette di elaborare i dati grezzi prodotti dal sistema dei satelliti GPS. La libreria di programmi, fornita free da Adafruit, facilita il compito di interpretazione di questi dati. In poche parole la scheda è in grado di fornire ogni secondo i seguenti dati principali:
latitudine, longitudine, altezza s.l.m., data/ora, velocità, tutto relativo alla posizione della scheda stessa.  Inoltre la scheda è in grado di memorizzare su micro SD card tutti i dati, che possono poi essere letti ed elaborati con un normale foglio excel.
Il mio primo esperimento, dopo aver perso un po' di tempo con il software di esempio fornito dalla ditta, è stato quello di fare un giro con la mia auto intorno a casa, portandomi dietro il GPS alimentato da una batteria e con la sua antenna per esterni attaccata al tetto. I dati raccolti mi sono serviti per fare un file excel che ho poi convertito nel formato usato da Google Earth, il KML. Per questa conversione è utilissimo e facile da usare il sito:
earthpoint.us
Una volta ottenuto il file KML, se avete installato il client Google Earth sul vostro PC, non rimane che cliccarci sopra e ottenere questo:

Le prossime cose che cercherò di fare sono:

  • accoppiamento di una bussola elettronica compensata per l'inclinazione;
  • programma per il calcolo della distanza e direzione dalla posizione corrente ad una pre-impostata.

giovedì 13 giugno 2013

Misurare la temperatura al sole

Cosa vuol dire misurare la temperatura al sole??
Di solito quello che si vuole misurare è la temperatura dell'aria in un ambiente esposto al sole.
Qualsiasi termometro, elettrico a mercurio o altro, misura la temperatura di se stesso. I termometri sono fatti di materiale solido, che deve assumere la stessa temperatura dell'aria in cui è immerso. Al Sole, però, i corpi solidi, a seconda di come sono fatti, assorbono in minor o maggior misura l'energia radiante proveniente dal Sole, portandosi quindi ad una temperatura che può essere molto diversa da quella dell'aria circostante. Per questo motivo, un qualsiasi sensore di temperatura deve essere schermato dalla radiazione solare affinché si porti alla stessa temperatura dell'aria. Ma anche lo schermo è fatto di materiale solido che assorbe la radiazione solare e quindi può alterare la temperatura dell'aria circostante.
Il problema non è banale. I meteorologi hanno inventato la "capannina" e altre tipologie di schermi. Vedi a questo proposito il mio post http://paolometeo.blogspot.it/2013/02/capannina-meteo-economica.html.
In questo post voglio riportare i risultati di un esperimento realizzato con diversi tipi di schermo applicato a sensori elettronici di temperatura.  Il sensore usato è il noto DS18B20 visibile in figura.  Come si può notare il suo involucro, con cui esce dalla fabbrica è nero. Se esponiamo al Sole questo sensore, senza protezione nè schermo, la sua temperatura può raggiungere valori anche di dieci gradi più alti della temperatura dell'aria, con scarso vento. Il movimento dell'aria attorno al sensore è un fattore che influenza senz'altro la temperatura che esso misura, infatti l'aria in movimento è un buon conduttore di calore, al contrario di quella ferma, e quindi riduce la differenza tra le temperature del sensore e dell'aria.
Un certo miglioramento si ha ricoprendo il sensore con uno strato di silicone bianco, che ha il potere di riflettere la radiazione solare e isolare elettricamente i terminali del chip. Anche così il sensore assorbe una certa quantità di radiazione e inoltre la possibilità di sporcarsi può cambiare drasticamente il potere riflettente del silicone. Uno schermo che faccia ombra al sensore, permettendo al contempo all'aria di circolargli intorno, è quindi l'unica soluzione.
Per certe applicazioni è necessario fare misure di temperatura in spazi ristretti. Quindi anche lo schermo deve essere piccolo.  Una di queste applicazioni è il pannello solare ARETHA 
http://paolometeo.blogspot.it/2013/03/misura-e-controllo-di-un-pannello.html. In questo pannello si è reso necessario misurare la temperatura dell'aria all'interno, sotto la finestra di policarbonato, quindi  sotto i raggi solari.
Questi sono gli ultimi risultati di alcune prove che ho fatto mettendo al sole e all’ombra, tre tipi di schermatura diversi e confrontando le letture con una misura di un termometro ventilato al mercurio, con precisione 0.5 °C.
I tre sensori sono stati esposti al sole con:
S14        un tettuccio in alluminio;
S6          senza niente (sensore ricoperto da silicone
              bianco pulito);
S13        capannina meteo;
Hg          termometro a mercurio ventilato.
All’inizio tutti i sensori sono stati tenuti all’ombra e hanno presentato scarti entro 0,2 °C  tra loro e entro 0.3 con il termometro a mercurio

S14  = 29.7;  S6 = 29.6; S13 = 29.8; Hg = 29.5 


Esposti circa 15 minuti al sole delle ore 15:35, hanno dato i seguenti risultati:
S14 = 31.3; S6 =  32.4; S13= 31.4; Hg = 30.0





Nelle foto qui accanto si vede lo schermo a tettuccio composto da un pezzo di profilato a L sorretto da una bacchetta di legno. Il tutto dipinto di bianco.


In conclusione le temperature del tettuccio in alluminio e della capannina risultano  più vicine tra loro e a quella segnata dal termometro a mercurio, sebbene questa risulti più bassa di 1.4 gradi. La temperatura del sensore senza schermo risulta più alta di 2.4 gradi rispetto al termometro ventilato.  L'esperimento è stato fatto in condizioni di calma di vento.  Una maggiore ventilazione dei sensori potrebbe senz'altro attenuare queste differenze.







mercoledì 12 giugno 2013

PROVA RIUSCITA

Il tappo con finestrella in plexiglass, inserito in un tubo a incastro con guarnizione, ha resistito per 4 giorni immerso nell'acqua senza che entrasse una molecola!!

giovedì 6 giugno 2013

Contenitori ermetici per circuiti UNDERWATER

Quali contenitori per i nostri circuiti che devono stare all'aperto o addirittura sott'acqua?

Sulla scia delle mie idee sul monitoraggio ambientale, come da post precedenti, un problema da risolvere è quello di impiegare contenitori di basso costo che proteggano i circuiti dall'acqua. Qui accanto si vede una realizzazione di prova ottenuta con tubi di scarico in PVC, disponibili in vari diametri e varie forme a prezzi molto bassi. Ogni elemento dispone di guarnizione in gomma  che assicura una buona tenuta quando i pezzi vengono inseriti uno nell'altro ad incastro.

La forma che ho costruito, dovrebbe servirmi per ospitare uno strumento per la misura della torbidità dell'acqua. I tappi messi alle estremità del "3" dovrebbero ospitare una finestra in plexiglass in modo da far passare la luce emessa da un led e due fotodiodi che devono misurarla.







Sul tappo viene praticato un foro di circa 12 mm, sopra il quale viene incollata una finestralla di plexiglass di 1 mm di spessore con colla a caldo.
Attualmente sto provando la tenuta idraulica del tappo. Se tiene, passerò alla fase di installazione del led e dei fotodiodi.

martedì 14 maggio 2013

Prenotare l'Autostrada!?

Code sull'autostrada? Partenze intelligenti tutte uguali?
Basterebbe prenotarsi. Possibile?
Certo, oggi con il telepass sarebbe possibile prenotare l'uso di una certa autostrada in una certa fascia oraria; in cambio, se il telepass verifica il rispetto della prenotazione e se si usa una fascia oraria non intasata, si hanno sconti sul pedaggio o sulla benzina.
Potrebbe essere un modo per incentivare veramente le persone a partenze intelligenti ed evitare ingorghi di traffico che danneggiano anche le stesse aziende autostradali.
Qualcuno si offre per cavalcare il progetto?

martedì 7 maggio 2013

SPAZIO, SPAZIO!!!


C'è bisogno di spazio per rilanciare l'economia! Non vogliamo lasciare le nostre poltrone ai giovani? Almeno lasciamogli un po' di spazio affinché possano aggregarsi, incubare nuove idee. Quante aree dismesse in una città come Milano?  Si preferisce lasciarle vuote, improduttive pur di non creare spazi di co-working, aggregazione.   L'articolo qui sotto è interessante.

http://www.startupitalia.eu/it/blog/article/bricolage-maker-esempio-perfetto-do-it-yourself?utm_source=startupitalia%21&utm_campaign=43d89c9acd-aprile_Eventi&utm_medium=email&utm_term=0_05dc2f3e98-43d89c9acd-49520061


Seminario presso ITIS Molinari di Milano: Elettronica Ri-Creativa

Ho cercato di raccontare la mia esperienza in questi ultimi due anni con l'elettronica di Arduino.
Soprattutto, al di là delle applicazioni e dei tecnicismi, la scoperta di un nuovo modo di lavorare nel campo dell'artigianato elettronico. La scoperta della grande potenzialità che sta nella Rete tra le persone. Persone sparse nel mondo, che si aiutano solo perché condividono un interesse, dei progetti, delle sfide.
Forse il futuro è questo. Sarò contento se almeno qualcuno degli spettatori di oggi abbia compreso il messaggio.